Le riflessioni di una terapeuta di coppia sul più grande ostacolo da affrontare in una coppia
È difficile da accettare, ma il tradimento ci dice qualcosa della coppia che lo vive.
I partner vogliono subito sapere se il tradimento è un problema di coppia o un problema del traditore: cosa rispondere? Quello che sappiamo è che il tradimento è l’effetto e non la causa di una crisi, personale o di coppia, in corso.
Ci sono tradimenti che se compresi servono alla coppia, altri che svelano dove stiamo e ci sono tradimenti che non servono a nulla e portano solo paura e sofferenza. Il tradimento è un atto troppo forte e violento per essere liquidato, come molti fanno, come semplice appetito sessuale.
Non di rado, ad esempio, il tradimento diventa un tentativo di indipendenza o controllo sull’altro, una mossa inconsapevole per riportare l’attenzione del partner su di sé o per allontanarlo definitivamente. Il tradimento dice sempre qualcosa del momento che la coppia sta vivendo, ne è la prova il fatto che per poter recuperare il legame si vadano poi discutere altri temi rimasti opachi e sotterranei per mesi. Non per nulla, molte infedeltà avvengono in momenti di cambiamento della vita di coppia dove si ritoccano degli equilibri: ricerca di una gravidanza, figli che nascono o escono di casa, lutti, cambiamenti nello stato economico o nel lavoro.
È come se il tradimento svelasse delle manovre con cui il partner cerca di gestire questo nuovo ordine: prendendo una distanza dal partner, punendolo per le attenzioni che non sente di ricevere, cercando in modo maldestro di proteggersi da un legame che sta diventando centrale. Non sorprende quindi che molti partner, anziché rompere la relazione, si sforzino di comprendere per quale ragione ci si sia cacciati in tale situazione.
E infatti, la scoperta del tradimento mette tutti nella condizione di non poter più ignorare il dolore procurato da qualcosa che non funziona: tra l’altro molti traditori lasciano dietro sé una serie di tracce evidenti e visibili. Mail, messaggi, social, cambiamenti d’umore o di abitudini o nella cura di sé, tracce talvolta così evidenti che è lecito chiedersi se il partner volesse in realtà essere scoperto.
Le persone lo sanno già che non devono tradire, quindi perché alcuni cercano una terapia di coppia? Essere traditi è una delle esperienze più deflagranti e dolorose che si possono vivere, ma è anche un esperienza diffusa verso cui le terapie di coppia tendono la mano per poter “usare” la sofferenza, chiudere le ferite e rigenerare una storia.
Ma è sempre uno l’aspetto che mi stupisce del tradimento tra le coppie nella stanza di terapia: non reagiscono mai come ci si aspetta. I fedifraghi non vengono quasi mai messi alla porta. L’attività sessuale spesso anzi ha una ripresa. All’inizio della mia attività come terapeuta di coppia mi stupiva il fatto che fosse chi tradiva a dettare le regole anche dopo la scoperta: ora mi è più chiaro, in quanto il tradimento è spesso una mossa per cambiare gli equilibri di potere nel rapporto.
E poi ci sono i tradimenti seriali, capitolo che merita un trattamento a parte. Quelli in cui il tradimento non è segno del “momento di una coppia” ma è una modalità di mettersi in relazione con l’altro sesso, dove a volte troviamo uomini e donne che non sanno stare nelle relazioni. È il tipico caso dei narcisisti, che temono di non essere amati per ciò che sono ma per come appaiono, e si sentono in difetto quando mostrano le parti più intime di sé con la partner stabile: per questo cercano poi partner più o meno occasionali dove mostrare parti più vitali, emozionanti e ideali. Come se in modo del tutto inconsapevole, dicessero “l’intimità è una minaccia, la complicità con un’altra è la soluzione ”.
Come insegna Umberta Telfener, guru sul tema, tradire è naturale per il narciso: fa coppia fissa con una donna-base, spesso la stessa per la vita. E poi c’è l’amante con cui vivere stimoli ed intensità. Ma non solo: ci saranno altri contatti occasionali con donne anche nelle stesse settimane per sentirsi vivi e dimostrare la propria carica seduttiva. Il narciso è completamente scisso in questa situazione, dove invece la partner deve essere secondo lui fedele. Le storie non entrano in contatto: con questo non si intende solo il fatto ovvio che le varie situazioni non vengano in contatto, ma anche il fatto che l’altra vita non sia quasi mai oggetto di conversazione. Il continuo cambiamento è dato dal fatto che l’altro non viene visto davvero, né come situazione positiva raggiunta né visto per i suoi bisogni. Ovviamente il narciso può essere sia maschio che femmina.
La serialità è anche tipica tra gli impauriti dall’idea di dipendere dal partner o di venire schiacciati, ad esempio chi si sente facilmente soffocare in una relazione. In questi casi chi tradisce lo fa come se volesse depotenziare il legame, tenerlo sotto controllo, insomma renderlo più gestibile a livello di pancia. Il tutto senza rendersene conto. Nella serialità comprendere i tradimenti permette di capire maggiormente le difficoltà individuali e personali.
Nei corsi prematrimoniali organizzati dalle parrocchie mi è stato a volte chiesto se si faccia bene a confessare. Su questo piano, una cosa importante va detta: al di là di un bacio, una chat o di una relazione extraconiugale, è fondamentale dare all’altro la possibilità di sapere che si è in crisi e dare all’altro l’opportunità di recuperare.
Altrimenti il rischio, soprattutto nei casi di “recidive” è di togliere all’altro la possibilità di scegliere per sé, di autodeterminarsi. Gli si tolgono pezzi di vita. Sul piano della lealtà al legame mi pare questo un punto da valutare ben più della confessione di tanti particolari piccanti.
Lara Franzoni è Psicologa e Psicoterapeuta familiare “Molti dei malesseri che colpiscono le persone hanno a che fare con le loro relazioni, spesso di coppia. Mi occupo di sostenere la coppia e i singoli individui ogni volta che una relazione porta momenti di cambiamento nella vostra vita”. La trovate su www.psicologiadicoppia.com