Il blocco del ciclo mestruale è un disturbo frequente nelle giovani donne in età fertile. Il ritardo trova le sue cause in diversi fattori come ad esempio uno scompenso ormonale, un trauma fisico oppure una cisti ovarica non riassorbita.
Blocco del ciclo mestruale: amenorrea
Il corpo è una macchina perfetta controllata da una grande e instancabile centrale operativa: il cervello. Il ciclo mestruale, come tutte le altre attività dell’organismo, segue dei ritmi ben scanditi, comparendo ogni mese con una durata dai 3 ai 7 giorni. La sequenza dei cambiamenti fisiologici è indispensabile per rendere possibile una gravidanza.
Il blocco del ciclo mestruale, tuttavia, non sempre è sintomo di un lieto evento. Si parla di amenorrea in caso di ritardo prolungato (da 3 a 6 mesi o più) mentre di oligomenorrea se si salta un mese. In tutte le altre circostanze, l’assenza delle mestruazioni può trovare riscontro in altre motivazioni.
Cause più frequenti del blocco del ciclo mestruale
L’interruzione temporanea delle mestruazioni non sempre deve allarmare. Alcune condizioni fisiche e psichiche possono in qualche modo interferire con i normali ritmi fisiologici:
- Un periodo lavorativo particolarmente intenso, un lutto, il fallimento di un matrimonio possono influire sul sistema nervoso, innescando dei meccanismi di autodifesa, come ad esempio il blocco del ciclo mestruale, minando in alcuni casi anche la fertilità.
- Trauma fisico. Una dieta drastica e povera di nutrenti influisce sulla funzionalità dell’ipotalamo, la sezione del cervello che regola i bioritmi del corpo, comprese le mestruazioni.
- Cisti ovariche. Le sacche piene di liquido si distinguono in funzionali e non funzionali. Le prime sono comuni nelle donne in età fertile. Si formano contestualmente al ciclo mestruale e scompaiono in modo del tutto spontaneo oppure dopo una terapia di pochi giorni. Se non vengono adeguatamente riassorbite dall’organismo, rischiano di ingrandirsi. In tal caso è opportuno contattare il ginecologo di fiducia e fissare un appuntamento.
- Infezioni e patologie uterine. L’herpes zoster o un aborto spontaneo possono causare una temporanea interruzione del ciclo mestruale.
- Scompensi ormonali. L’ipertiroidismo o l’ipotiroidismo, causati da un cattivo funzionamento della tiroide e dell’ipofisi, possono bloccare le mestruazioni per un periodo molto lungo, pari anche a sei mesi. Ciò, di conseguenza, riduce le possibilità di una gravidanza.
- Cure ormonali. L’assunzione di ormoni progestinici o androgeni e l’interruzione della pillola anticoncezionale possono interferire con la regolarità del ciclo mestruale.
- Le donne in età compresa tra i 45 e i 50 anni vanno incontro a episodi di irregolarità mestruale, principale sintomo di interruzione definitiva del ciclo e di perdita della fertilità.
Blocco del ciclo mestruale: quali test è possibile effettuare?
Qualora l’interruzione delle mestruazioni dovesse persistere oltre i tre mesi e accertata l’improbabilità di una gravidanza, gli esperti consigliano di effettuare degli esami specifici per poter giungere a una diagnosi. Pertanto, saranno indispensabili:
- Dosaggio di Amh e inibina B. Quest’ultima consente di conoscere il numero degli ovociti ancora disponibili.
- Controllo della tiroide, utile per verificare il corretto funzionamento della ghiandola.
- Ferritina, per controllare i livelli di ferro nell’organismo.
- Emocromo.
- Sideremia, per stabilire la quantità di ferro presente nella parte liquida del sangue.
- Ecografia pelvica, per verificare lo stato di salute generale dell’utero e delle ovaie.
In base ai risultati, il medico potrà decidere se approfondire con ulteriori accertamenti oppure prescrivere una semplice terapia, provvedendo così a riequilibrare il ciclo mestruale.
Blocco mestruale temporaneo: come comportarsi
Se la visita specialistica conferma l’amenorrea reversibile e quindi temporanea, per riattivare il ciclo mestruale si può procedere introducendo nella dieta quotidiana alimenti ricchi di ferro e vitamine prediligendo legumi, carne rossa, frutta e verdura di stagione.
Al tempo stesso può essere utile anche ristabilire il peso forma, eliminare le cause di un possibile stress psicofisico e assumere degli ormoni naturali bio-identici a quelli prodotti dalle ovaie, da non confondere con una terapia contraccettiva.
In caso di numero ridotto di ovociti e quindi delle cellule uovo disponibili per la fecondazione, non esistono purtroppo delle cure che possano aumentarne la qualità e la quantità. Si tratta di un sistema fisiologico e soprattutto soggettivo (il numero può variare da donna a donna). In questa situazione, la fertilità potrebbe diminuire negli anni e quindi si consiglia, se si vuole la maternità, di non rimandare di troppo, per quanto possibile.
Fonte: rivistalasalute.it